Le attività extrascolastiche dei figli (doposcuola, calcio, palestra, corso di teatro, catechismo…) influenzano tutta la vita familiare e portano a conseguenze sulla qualità del tempo trascorso insieme, sulle risorse economiche e sull’energia a disposizione. Riempire l’agenda di bambini è consuetudine di molti genitori, ma non è sempre fonte di benessere e bisogna fare attenzione a non esagerare.
I ricercatori Wheeler e Green della Chester University, hanno indagato l’impatto che le attività extrascolastiche dei figli hanno sulla vita familiare. I dati sono stati ricavati attraverso 90 interviste semi-strutturate rivolte ai genitori e bambini di 62 famiglie inglesi, abitanti in aree urbane, semi-rurali e rurali. Dai risultati emerge come la maggior parte dei bambini (88%) svolge attività extrascolastiche 4-5 pomeriggi alla settimana ed il 58% del campione svolge più di una singola attività extrascolastica a pomeriggio/sera.
I risultatio dimostrano come il coinvolgimento extrascolastico domina la vita familiare, in modo particolare per le famiglie con più di un figlio. Questo determina un minor tempo di qualità vissuto in famiglia, una minore quantità di risorse in termini di denaro ed energia dei genitori. Dunque, di fronte alla pressione di avere un programma settimanale extrascolastico completo, sembra che gli effetti di questa costante occupazione gravino in maniera significativa sul benessere familiare.
La Dr.ssa Wheeler, principale ricercatrice dello studio, afferma:
“I genitori sono particolarmente desiderosi di assicurare che i loro figli entrino a pieno nella vita adulta: i genitori avviano e facilitano la partecipazione dei loro figli alle attività organizzate dimostrando di essere dei buoni genitori. Sperano che tali attività possano avvantaggiare i loro figli sia a breve termine (mantenendoli in forma e sani e aiutandoli a sviluppare gruppi di pari) sia a lungo termine (migliorando le loro prospettive di lavoro). Tuttavia, la nostra ricerca evidenzia che la realtà può essere in qualche modo diversa: mentre i bambini potrebbero sperimentare alcuni di questi benefici, un programma di attività organizzate può mettere a dura prova le relazioni dei genitori e delle famiglie, nonché potenzialmente danneggiare lo sviluppo e il benessere dei bambini.“
Sulla base di quanto emerso, è dunque possibile affermare che il benessere personale dei componenti della famiglia ed il benessere della famiglia stesso sembra esser messo al secondo posto rispetto a speranze sociali, presenti e future, per i propri figli. Aumentare la consapevolezza rispetto alle conseguenze sul benessere/malessere dei propri figli può aiutare i genitori a pianificare un programma settimanale meno frenetico. E’ importante lasciare ai propri figli del tempo libero per riposarsi, giocare, stare all’aria aperta e non pretendere che assecondino ritmi frenetici o mille attività come se fossero già adulti
Ricerca di riferimento: Wheeler, S., Green, K. (2018). ‘The helping, the fixtures, the kits, the gear, the gum shields, the food, the snacks, the waiting, the rain, the car rides … ’: social class, parenting and children’s organised activities. Sport, Education and Society.